Frutto del’ingegno di un creatore geniale quale fu Raimondo di Sangro, settimo principe di Sanservero, la Cappella sita nel cuore della citta di Napoli, ha fama mondiale per le opere che custodisce. Nato come mausoleo nobiliare, la cappella contiene una effigie mariana che secondo la tradizione fece miracoli, ma solo negli anni 40 del 700 con Raimondo di Sangro fu stravolta nella struttura dai suoi gusti personali. Sin dalle origini, comunque, un alone di leggenda aleggia sulla Cappella e sul suo fondatore, un vero mecenate che attirò artisti di grande fama seguendo passo passo la ricostruzione della struttura con l’obiettivo di renderla un vero tempio della famiglia Sangro. L’attenzione ai dettagli del Principe parte addirittura dalla pavimentazione dal motivo labirintico, da lui ideato. Dell’assetto originario resta solo la pianta a croce con una navata unica. La volta ha come dipinto “La Gloria del Paradiso” la cui particolarità principale è la vividità dei colori, intatti anche dopo più di due secoli; una formula archiettata sempre dal Principe. La Cappella è tempestata di statue, ma tra le principali si annoverano: la Pudicizia di Antonio Corradini, il Disinganno di Francesco Queirolo ed il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, opera d’arte scultorea senza eguali e riconosciuta in tutto il mondo per la straordinaria veridicità delle sue forme.
Oltre a essere stato concepito come luogo di culto, il mausoleo è soprattutto un tempio massonico carico di simbologie. Nella cavea di estremo interesse scientifico e storico sono infatti i due corpi (un uomo ed una donna) completamente scarnificati e meglio conosciuti come “Macchine Anatomiche” che mostrano con una tecnica ancora sconosciuta le caratteristiche del sistema circolatorio umano. Un velo di mistero circonda questi corpi le cui leggende si moltiplicarono nei secoli a seguire.